Dissequestrato il castello di Firetto: ecco le motivazioni - Agrigentooggi.it


"Il Tribunale, nella generale ristrutturazione del complesso denominato Palazzo Colonna – residenza della famiglia Colonna Duchi di Cesarò – non ravvisa alcuna violazione della normativa edilizia e paesaggistica, giacché il complesso risulta ristrutturato nel rispetto, per quanto possibile in ragione della natura e tipologia del bene, dell'originale, ed in conformità delle concessioni e autorizzazioni rilasciate dal Comune di Joppolo Giancaxio e della Soprintendenza dei Beni Culturali e Archeologici di Agrigento".

E' questo uno stralcio delle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso degli avvocati Angelo Farruggia, Gaetano ed Enzo Caponnetto, ha dissequestrato la struttura appena venti giorni dopo la firma del provvedimento di sequestro da parte del Gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano.

Scrivono ancora i giudici "Il ricorrente per mezzo della sua società ha eseguito lavori ed investimenti verosimilmente ingenti, restituito alla collettività un bene storico ed architettonico che altrimenti sarebbe stato destinato all'oblio ed alla sicura rovina, con un lavoro di restauro – se non perfetto – comunque nel complesso – come valutato dagli enti preposti, rispettoso dell'originale […] che ha creato verosimilmente se non benessere, comunque posti di lavoro […].

Giova ricordare che la pubblica accusa per giungere al sequestro oggi sconfessato si è avvalsa persino delle dichiarazioni accusatorie di Giuseppe Arnone che nell'immediatezza degli eventi ha rivendicato la paternità del provvedimento inibitorio.

LA VICENDA. il Palazzo Ducale di Joppolo torna al centro della ribalta proprio come durante la sua costruzione tra il 18º e 19º secolo. Lo scorso 20 dicembre, su richiesta del procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e del sostituto Antonella Pandolfi, il Gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano firmava il provvedimento con cui veniva sequestrato – in maniera preventiva – l'intero Castello Colonna oggi di proprietà del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, e del fratello Mirko, entrambi indagati per abusivismo edilizio. Alla base del sequestro l'accusa di avere realizzato opere non conformi alla normativa urbanistica ed edilizia con conseguente pregiudizio per un bene dichiarato, con apposito decreto assessoriale, di interesse storico e culturale. Il Castello Colonna di Joppolo Giancaxio da diversi anni è di proprietà della famiglia Firetto, che è anche titolare di un altro Castello, quello di Siculiana. Entrambe le strutture in poco tempo sono diventate punti di riferimento nel mondo delle celebrazioni nuziali, con una capienza di 300 posti sfruttando anche la presenza di una cappella in cui materialmente si svolgono i matrimoni. Un successo che trova conferma nella mole di prenotazioni che arrivano da tutta la Sicilia da parte di più o meno celebri futuri sposi. Come l'ex sindaco di Catania Enzo Bianco che, pochi giorni prima del sequestro, ha scelto proprio il Castello Colonna quale sede per intrattenere i suoi ospiti durante l'addio al celibato. Il giorno dopo – questa volta al Castello di Siculiana – si è celebrato invece il matrimonio tra Bianco e Amanda Succi, consulente di relazioni internazionali. Ad officiare le nozze, in qualità di sindaco e proprietario di casa, il sindaco Calogero Firetto. I testimoni sono stati l'ex premier Paolo Gentiloni e l'ex ministro Graziano Delrio, Silvia Cornacchia consorte di Carlo De Benedetti e Maria Rosa Benedetta Messina. Fra gli invitati – cinquantadue in tutto e ben trentaquattro uomini di scorta – anche l'imprenditore Carlo De Benedetti, l'ambasciatore di Spagn, un alto magistrato romano, il Procuratore Generale Giovanni Salvi ex procuratore a Catania. Eccellenze anche gli chef: Pino Cuttaia ha affiancato Gianluca Firetto.

Venti giorni dopo il provvedimento di sequestro il Riesame, accogliendo il ricorso degli avvocati Angelo Farruggia, Gaetano ed Enzo Caponnetto, ha dissequestrato la struttura. I legali della difesa percorrono una strategia comune. Oltre a produrre tutti i permessi rilasciati dalle competenti autorità hanno anche prodotto documentazione fotografica del castello a partire dall'800 ad oggi per dimostrare come un rudere lasciato all'oblio sia diventato, grazie all'intervento della famiglia Firetto, bene tutelato offerto alla fruibilità della gente. Non solo: è stato anche documentato come, a seguito del provvedimento di sequestro del dicembre scorso l'attività del castello è stata fortemente penalizzata dalle disdette: infatti, per il 2019 erano stati prenotati 108 banchetti nuziali, 54 dei quali sono stati disdetti. Per non dire delle 60 famiglie che hanno trepidato per il rischio della perdita del posto di lavoro.

Per la Procura gli indagati, tra le altre cose, "avrebbero realizzato interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione edilizia integranti un insieme sistematico di opere tali da realizzare un complesso in gran parte nuovo, mediante la radicale ed integrale trasformazione dell'immobile, con mutamento della qualificazione tipologica e degli elementi formali dell'edificio, comportanti l'aumento delle unità immobiliari, l'alterazione dell'originario impianto tipologico-distributivo nonché dei caratteri architettonici dell'edificio e la modifica della destinazione d'uso dell'immobile stesso trasformato da residenza signorile in struttura turistico ricettiva consistenti nella realizzazione in sostituzione del preesistente giardino all'italiana, di una piazza pavimentata e priva di essenze arboree, realizzazione – sotto la piazza pavimentata di un nuovo manufatto interrato da due lati, il quale ha accesso dal lato est, e attraverso il corpo B (Corpo "Amministrazione"), piano seminterrato, dal lato sud destinato, secondo il progetto originario a "Museo delle carrozze" con locali annessi e, secondo il progetto di variante a "centro benessere" avente un volume di circa 2000 mc; realizzato, lungo il lato est del Palazzo Colonna (corpo A), al di sotto del viottolo prima esistente, a servizio del locale seminterrato sopra descritto, di un ulteriore locale interrato da due lati, adibito a servizi igienici del "centro benessere" e locali tecnici di carattere generale, il tutto per una superficie lorda di circa 240 mq e del volume di circa 950 mq dei quali circa 100 mc costituenti "volumi tecnici";modifica delle estremità del fronte est del Palazzo Colonna (corpo A), di due vecchi magazzini preesistenti a piano terra, aventi tra loro altezze diverse, con ampliamento del volume e della sagoma, e dunque, realizzazione di un nuovo volume edilizio con struttura in cemento armato a due elevazioni fuori terra adibito a blocco cucine".

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