Migranti, non si ferma il flusso di sbarchi nelle coste siciliane. Si cerca una soluzione. - SiciliaLive24.it



Negli ultimi anni più di 20.000 persone sono decedute mentre attraversavano il Mediterraneo alla ricerca di una vita migliore. Donne, uomini e bambini in fuga dalle loro terre di origine (Libia, Nigeria, Mali, Tunisia, Afghanistan, Sudan, Eritrea) spesso vittime di abusi, violenze, torture e pestaggi. Si tratta di Paesi che attraversano crisi profonde umanitarie, politiche, economiche, climatiche e nella sfera dei diritti umani.

Di fronte a questo dramma l'Europa in questi anni ha girato la testa dell'altra parte nonostante salvare i migranti sia sancito, da precise norme come, ad esempio, il regolamento UE n. 656/2014 del Parlamento Europeo. Nell'ultimo rapporto Onu tanti rifugiati e migranti hanno subito gravi violazioni dei diritti umani morendo "invisibili" lungo le coste del Mediterraneo.

La Tunisia oggi sta attraversando un periodo di instabilità politica e quindi flussi di migranti sbarcano quotidianamente sulle coste siciliane.

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha incontrato proprio qualche giorno fa, il Presedente della Tunisia, Said, per cercare una soluzione condivisa per fermare i flussi. Il presidente tunisino ha dichiarato di volere intensificare i controlli alle frontiere marittime e contrastare così l'attività dei trafficanti di migranti. La questione degli immigrati provenienti da Tunisi, in questi ultimi giorni si aggrava sempre più tenuto conto anche del rischio sanitario per la pandemia da Covid 19.

I sindaci siciliani hanno lanciato il grido d'allarme. Nelle ultime 24 ore si sono intensificati sbarchi, grazie anche al clima favorevole e al mare piatto, nell'isola di Lampedusa, a Porto Empedocle e a Pozzallo. Natanti di piccole dimensioni sono approdati sulle spiagge in mezzo ai bagnanti, creando notevoli scompigli tra la popolazione del posto.

Il Governatore della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha emesso un'ordinanza per far fronte alla pesante situazione delegando ai Prefetti la sua piena applicazione. In particolare, in aggiunta da una precedente ordinanza, all' art. 3 si afferma come : "Nel caso in cui le Autorità di governo non abbiamo predisposto adeguate 'navi quarantena', ovvero nel caso in cui le stesse sono complete nel numero massimo dei posti disponibili, il Prefetto competente per territorio attiva le procedure previste per la distribuzione dei migranti sull'intero territorio nazionale informando il Ministero dell'Interno e individua una struttura per l'eventuale ospitalità dei migranti in transito verso altre destinazioni". Nel comma 4 della stessa ordinanza si stabilisce che: "Al fine di evitare assembramenti di persone anche alla luce del crescente contagio tra i cittadini stranieri giunti sul territorio è fatto divieto di indovinare qualsivoglia struttura di passaggio in contrasto con le linee guida nazionali sulla distanza minima di 1,5 metri tra ciascun ospite".

Gli hotspot siciliani, di Lampedusa, Messina e Pozzallo, non sono altro che "aree di sbarco attrezzate", grandi tendoni senza finestre, dove ogni individuo viene sottoposto ad identificazione, registrazione, e rilevamento delle impronte digitali, e sono decisamente sovraffollati rispetto alla loro capienza massima: uno di questi può contenere non più di 80-100 persone invece in questi ultimi giorni si sono superati i limiti. Oltre 1000 persone costrette a stare in condizioni davvero disumane, stipate senza alcun distanziamento sociale come prevedono le norme relative alla pandemia in atto.

Nelle attuali condizioni strutturali, in cui versano questi centri, stiamo assistendo giorno dopo giorno, ad un obbligo di trattenimento da considerarsi disumano e degradante. È ormai evidente una totale assenza di norme chiare, che possano regolare la gestione di questi centri, affidando ad "enti" a volte di dubbia serietà, sulla base di contratti relativi ad altri tipi di strutture. La commissione ha riscontrato una quasi totale inesistenza di controlli effettuati dalle autorità̀ competenti, sull'erogazione dei servizi da parte degli enti gestori che nella maggior parte dei casi non erogano i servizi previsti nel capitolato d'appalto in un clima generale di illegalità̀. Si è scoperta l'acqua calda? Una situazione preoccupante che alimenta il rischio di dare vita a focolai di infezione nel caso si registrano positività al coronavirus. Altre fughe di migranti, per completare il quadro si sono registrati a Porto Empedocle dove era stata installata una tensostruttura da parte della Protezione civile, allocatati proprio accanto alla banchina del porto.

A Caltanissetta quasi 200 migranti si sono dati alla fuga, ma sono stati poi ripresi dalle forze dell'ordine. Analoga situazione anche nella struttura ospitante di Siculiana, in provincia di Agrigento.

Ma la Sicilia può farsi carico di tutto questo? Da sola ovviamente non può farcela. Una soluzione adottata dal Ministero, per far fronte alla situazione sanitaria, è quella delle grandi navi private da crociera, affittate per ospitare i migranti in quarantena. L'ultima, in ordine di tempo, è la nave "Azzurra" che si trova davanti Lampedusa. Pur tuttavia, nonostante la situazione sia particolarmente complessa, le nostre istituzioni devono rispettare due articoli fondamentali, del codice di navigazione: gli articoli 489 e 490 che prevedono "l'obbligo di salvataggio, intervenire in soccorso di imbarcazioni e persone in difficoltà al fine prioritario di salvare vite umane".

Enza Maria Agrusa Leggi l'articolo su: SiciliaLive24.it

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