I sindacati di polizia tuonano dopo tragedia Siculiana: “Rivedere regole, tutelare agenti” - Grandangoloagrigento.it



Arrivano le prime reazioni dopo la tragedia avvenuta questa notte a Siculiana dove un migrante eritreo ventenne è stato travolto e ucciso lungo la strada statale 115 dopo un tentativo di fuga dal centro di accoglienza Villa Sikania. Nell'impatto con il Suv Touareg condotto da un 34enne sono rimasti feriti anche tre agenti di polizia che stavano inseguendo il 20enne. Due sono in buone condizioni seppur feriti mentre il terzo è stato operato all'ospedale di Agrigento per frattura di tibia e perone.

I commenti più duri arrivano dai sindacati di polizia che chiedono adesso di rivedere sia le regole di ingaggio per gli operatori, persone mandate di fatto al fronte senza particolari strumenti, ma anche dell'intero sistema dell'accoglienza definito "finto".

'COISP POLIZIA. 'Le criticità nella gestione dell'accoglienza ai migranti stanno diventando sempre più gravose e sono arrivate a mettere a rischio persino l'incolumità degli agenti preposti alla sorveglianza di chi sbarca in Italia. L'episodio di ieri sera a Siculiana, vicino Agrigento, con due colleghi feriti nell'inseguimento di un migrante fuggito da un Hotspot, ne è la più chiara dimostrazione''. Così in una nota il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese. ''Uno dei due agenti - prosegue - normalmente in forze al reparto mobile di Roma, ha dovuto perfino subire un'operazione per alcune fratture multiple riportate alla gamba. Non si può aspettare che succeda qualcosa di ancora più grave per intervenire a tutela dei poliziotti assegnati a compiti tanto delicati. Ci auguriamo perciò che si apra il prima possibile un confronto sulle regole di ingaggio per chi garantisce la sicurezza nei centri di accoglienza''.

FSP POLIZIA. ''Un morto e tre feriti gravi dopo la fuga dal centro d'accoglienza nell'Agrigentino. Purtroppo ci aspettavamo che la tragedia arrivasse, nel generale clima di disordini gravi, caos e improvvisazione che hanno caratterizzato questi mesi in tema di gestione dell'immigrazione con tanto di emergenza sanitaria in corso. Questi sono i frutti avvelenati di un sistema di finta accoglienza, in cui si mette in campo una politica che non si è in grado di sostenere, ma si abbandona tutto semplicemente e superficialmente sulle spalle degli operatori della sicurezza. Anzi sulla loro pelle, visto che le conseguenze nefaste sono sempre troppe per chi indossa la divisa, senza contare che i servizi hanno ormai superato il limite del sopportabile". Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione Fsp Polizia di Stato, dopo quanto accaduto in provincia di Agrigento. "Mentre rivolgiamo tutta la nostra solidarietà ai colleghi feriti, e un pensiero commosso per la morte di un giovane uomo - continua il sindacalista - vogliamo evidenziare come il problema è che si rischia l'assuefazione a uno stato di cose che non può continuare, ma che invece va avanti da troppo tempo a fronte di vuoti proclami di una politica che non sta mettendo in campo risposte concrete, sempre più incapace e menefreghista''.

ES POLIZIA. ''Molti mesi di appelli inascoltati e i prevedibili risultati non si sono fatti attendere: oggi piangiamo la morte di un ragazzo eritreo, ma ci è mancato poco che dovessimo piangere anche per i poliziotti che ogni giorno sono costretti a ricorrere su una superstrada altri giovani migranti su cui i servitori dello Stato devono vigilare all'interno di strutture clamorosamente inadeguate. Con il preciso divieto verbale di intervenire preventivamente in sicurezza quando la situazione lo richiede, ma l'obbligo di farlo quando c'è la fuga, la sicurezza va a farsi benedire, come i fatti dimostrano''. Così Vincenzo Chianese, Segretario generale di Es Polizia. ''Cosa deve capitare ancora prima che si decida di adeguare le strutture come Siculiana e Monastir, solo per fare due esempi, alle esigenze di sicurezza determinate dall'impennata di arrivi nel nostro Paese proprio durante questa insidiosa pandemia? A repentaglio - continua il sindacalista - c'è prima di tutto la salute dei migranti non contagiati, che sono costretti alla promiscuità con gli ospiti dei centri contagiati, ma anche quella di poliziotti, carabinieri, finanzieri e delle relative famiglie. Le rivolte sono ormai quotidiane e vanno fronteggiate senza intervenire e in assenza di protocolli e protezioni adeguati''. ''Esprimiamo profondo cordoglio per la morte di un profugo cui lo Stato italiano non ha saputo offrire né accoglienza dignitosa, né sicurezza insieme alla più sentita solidarietà per i poliziotti che hanno subito ferite anche serie nell'inutile tentativo di governare un caos in realtà ingestibile nelle odierne strutture e con le regole attuali - conclude Chianese - Ciò è indegno di un Paese come il nostro che rischia nelle prossime settimane di entrare in un 'autunno caldo' per la drammatica sovrapposizione del coronavirus con problematiche economiche e sociali che trovano un catalizzatore molto pericoloso nella ripresa, non gestita, del fenomeno migratorio''.

SILP SICILIA. "Da tempo denunciamo l'inadeguatezza del centro di accoglienza di Siculiana e ne chiediamo la chiusura: quella di ieri è una morte annunciata di un ragazzo, che verosimilmente non era un soggetto pericoloso, in un incidente in cui sono rimasti gravemente feriti tre poliziotti". Così il Silp Cgil siciliano. "Il centro Sikania- afferma Vito Alagna, segretario del Silp Sicilia- è una struttura alberghiera il cui accesso si affaccia direttamente sulla Ss 115 e non adeguato per essere destinato all'attuale uso, ovvero un centro hub che oggi, in piena era Covid, pur mantenendo le sue funzioni di raccolta per il transito verso le ricollocazioni, è anche un centro di isolamento e osservazione sanitaria". Alagna sottolinea che "nel centro, come in tutti gli altri analoghi sparsi per la Sicilia, le donne e gli uomini delle forze dell'ordine sono costretti a operare in condizioni di estrema precarietà senza regole di ingaggio certe e senza alcuna tutela dal punto di viste di sicurezza dei luoghi di lavoro". Il Silp sollecita dunque "un'assunzione di responsabilità". "Noi - sostiene il sindacato di polizia- auspichiamo vivamente che i vertici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza pongano in essere tutti gli sforzi opportuni per gestire tutte le fasi successive alla prima accoglienza di queste persone che devono essere messe nelle condizioni di poter vivere dignitosamente e nel rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo anche in tempi di pandemia. Chiediamo che si rivedano nell'immediato le regole sull'immigrazione regolare ovvero sui flussi immigratori irragionevolmente chiusi e la gestione dell'ingresso irregolare in Italia e quindi in Europa, chiediamo nuove regole nell'immediato che siano però propedeutiche ad una riforma vera, profonda ed Europea".


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