Arrivano i commissari in ventisette comuni - Agrigentooggi.it


Non hanno approvato il Rendiconto finanziario 2018 entro i termini previsti: 27 comuni agrigentini sono stati commissariati dalla Regione siciliana. Nominati gli ispettori che si stanno insediando nei vari Comuni commissariati. Tra gli enti inadempienti c'è anche il Comune di Agrigento, dove si è insediato il commissario Carmelo Messina. Gli altri Comuni sono: Alessandria della Rocca (commissario Enzo Abbinanti); Bivona (Giuseppe Petralia), Calamonaci (Giovanni Cocco), Campobello di Licata (Abbinanti), Canicattì (Abbinanti), Castrofilippo (Vincenzo Raitano), Cianciana (Daniela Leonelli), Comitini (Domenico Mastrolembo Ventura), Grotte (Girolamo Ganci), Lampedusa e Linosa (Raitano), Licata (Vincenzo Riela), Luca Sicula (Ganci), Menfi (Mastrolembo), Montallegro (ispettore Giovanni Scafidi), Naro (Abbinanti), Palma di Montechiaro (Ganci), Racalmuto (Angelo Sajeva), Ravanusa (Antonio Garofalo), Realmonte (Sajeva), Ribera (Garofalo), San Giovanni Gemini (Mastrolembo), Santa Elisabetta (Vincenzo Lauro), Santa Margherita Belice (Riela), Santo Stefano Quisquina (Petralia), Sciacca (Filippa D'Amato), Siculiana (Raitano). I motivi all'origine della mancata approvazione del bilancio possono essere tanti: uffici lenti, giunte pigre, consigli comunali ostili.

E così, come ogni anno, la Regione è intervenuta per nominare i commissari ad acta che avranno il compito di sollecitare gli enti locali a produrre il rendiconto di gestione 2018. Il documento finanziario, stando a quanto previsto dalla normativa, andrebbe approvato dai consigli comunali entro il 30 aprile, con le assemblee cittadine chiamate ad esprimersi sull'anno solare precedente. Guardando, però, le tabelle diramate dal dipartimento regionale per le Autonomie locali si scopre che a non essere in regola sono ben 27 Comuni agrigentini, ovvero oltre il 75 per cento. Per tutti, adesso, entreranno in gioco le disposizioni previste dall'ordinamento amministrativo degli enti locali a partire dall'insediamento dei commissari che avranno il compito di accertare ciò che non ha funzionato e fare in modo che le delibere trovino luce, a costo di sostituirsi agli organi eletti, cioè giunte e consigli. I commissari riceveranno le indennità di carica e di responsabilità così come previsto dalla legge, nonché i rimborsi per le spese sostenute. Tutti costi che ricadranno sui conti degli stessi Comuni.

La Regione, nell'atto di nomina dei commissari, ha indicato tutte le procedure che saranno espletate dai funzionari incaricati: «I commissari – si legge – procederanno preliminarmente ad accertare lo stato del procedimento, dando successivamente corso all'insediamento presso l'ente, in tal modo risultando legittimati ad agire sollecitando le attività d'impulso o quelle sostitutive per portare a compimento l'incarico. I commissari, qualora non siano stati predisposti dagli uffici finanziari i relativi schemi di rendiconti di gestione o gli atti propedeutici o connessi, prescritti dalle vigenti disposizioni in materia, porranno in essere attività di impulso nei confronti degli uffici. Dove la proposta di deliberazione sia stata esitata dagli uffici finanziario ma non sia stata corredata dalla relazione della giunta, i commissari si sostituiranno per l'approvazione. Se i Consigli comunali non approveranno i bilanci consuntivi del 2018 saranno dichiarati decaduti». L'attività ispettiva della Regione, dunque, intende sollecitare le amministrazioni ed i Consigli comunali ad approvare il rendiconto di gestione. E dopo aver fatto trascorrere l'estate adesso la scure dell'assessorato regionale alle Autonomie locali si abbatte sui Comuni che dovranno fare presto. Gli ispettori procederanno infatti, se sarà necessario, alla convocazione del Consiglio comunale con l'inserimento del punto all'ordine del giorno, sostituendosi ai presidenti. Ma c'è un problema: in molto casi il documento non è stato nemmeno approvato in giunta e i ritardi sono dovuti anche a questo.

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