Siculiana, torna in servizio il comandante Callea sospeso dopo l'inchiesta 'Marna'

Parla il comandante della polizia municipale di Siculiana, Giuseppe Callea, reintegrato in servizio dal sindaco Mariella Bruno dopo una sospensione di cinque anni per il coinvolgimento nell’inchiesta antimafia “Marna bis” in cui rimasero coinvolti anche l’ex sindaco Giuseppe Sinaguglia e i tecnici del comune Pasquale Amato e Luigi Meli che infine sono stati tutti prosciolti dalle accuse di abuso d’ufficio aggravate dall’aver favorito la mafia.
Ora che è passata in giudicato la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Palermo, Callea torna al posto di comando. I reati contestati erano legati a presunte “pressioni”, consistenti in “ingiustificati controlli”, secondo l’accusa, nella discarica di Siculiana, agli imprenditori Giuseppe e Lorenzo Catanzaro che in quel momento nel mirino di Cosa nostra. Le accuse si sono rivelate infondate.

“La Corte di Cassazione, nel giudicare i coimputati Sinaguglia, Meli ed Amato, ha dichiarato che le attività poste in essere e che mi venivano contestate rientravano tra i compiti previsti dalla Legge Quadro sulla Polizia municipale, sgombrando ogni dubbio di incompetenza”, dice Callea.

“Rientrando in servizio alla guida della Polizia municipale – aggiunge - sono stato accolto dall'amministrazione, sindaco in testa e gli altri amministratori tutti, con grande entusiasmo e per questo ne sono grato per la stima e il conforto che mi hanno dato in questi anni trascorsi a difendermi da accuse infamanti e false e che nelle sedi giudiziarie sono state valutate con la giusta severità ed hanno sancito la correttezza del mio operato”.

“Ora – prosegue il comandante Callea - occorre che la Polizia municipale ritorni ad essere quella di una volta, presente sul territorio, vicino alla gente e con la gente che quotidianamente richiede una maggiore sicurezza. Tra le priorità riformulare un piano del traffico che in atto è carente e serenamente continuare a sviluppare un percorso di legalità diffusa partecipata e dovuta da tutti, non solo a parole ma con i fatti. No ho mai avuto paura. Ho affrontato tutti sempre a testa alta e ringrazio quanti in questi anni mi sono stati vicini”.
“Adesso è veramente finito il mio calvario. Ritornando serenamente al mio lavoro e indossando la divisa ho recuperato l’onore perduto a causa di accuse che si sono dimostrate completamente infondate come ho sempre sostenuto”.

Fonte | Comunicalo

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