Paolo Fiorentino, impegnato sulle frontiere del dolore con Agrigento nel cuore

Paolo Fiorentino, siculianese ed ex studente del Liceo Classico Empedocle di Agrigento, 20 anni fa emigro’ in Canada con una borsa di studio e oggi e’ ricercatore di livello mondiale per quanto riguarda il dolore.

Di Siculiana e delle sue vestigia e’ stato anche appassionato studioso e ne scrivemmo qualche anno fa su Grandangolo per alcuni suoi studi che lo avevano portato a pubblicare il libro Siculiana Racconta che parla di storia e di tradizioni e dove descrive la scoperta nel Santuario di una lapide ebraica del 1475 e di formelle con scene dell’Antico Testamento che rappresentano unico esempio di arte ebraica sacra medioevale conservata in Sicilia.  Altro libro e’ Sicily through Symbolism and Myth dove si interpreta il simbolismo e  il mito anche in chiave medico-biologica (esempi: Sacralita’ dell’acqua legata alla origine della vita e al liquido amniotico; Il mito del ciclope legato alla oloprosencefalia, rara malformazione che va dalla grave variante ciclopia alle forme piu’ lievi a manifestazione orale; La triskeles come simbolo indoeuropeo di energia cosmica,  etc.).
Come avrete compreso, Paolo e’ uno di quei “cervelli in fuga”  in giro per il  mondo e quella di oggi e’ una intervista a distanza. Le risposte ce le invia da migliaia di chilometri, da Australia e Nuova Zelanda dove adesso si trova per “lectures” in quelle universita’.

Prossima tappa europea sara’ una serie di lectures in Europa, Varsavia, Malta e alla Universita’ di Santiago di Compostela in Spagna e per l’occasione si augura di fare una capatina nella sua terra.

---Paolo da diversi anni ti si e’ occupato di ricerca e clinica nel campo delle problematiche relative all’apparato masticatorio (disordini e dolore craniomandibolari) presso le Universita’ di Toronto e di Montreal (Canada), di Rochester (USA), e di Torino. Fai parte della Italian Scientists and Scholars of North America Foundation. Un impegno a tutto campo sulla frontiera del dolore?

---Il mio fine terapeutico e’ volere conservare l’unita’ del benessere psico-fisico, poiche’ la sofferenza fisica coinvolge pure la sfera emotiva interiore e spesso diviene invalidante.

---Il suo lavoro clinico comprende la cura delle disarmonie dento-scheletriche (malocclusioni ortodontiche), e stai studiando l’utilizzo di particolari apparecchi ortodontici per la correzione dei movimenti masticatori. E’ così, se ho ben capito leggendo alcune sue pubblicazioni?

 ---I problemi della masticazione sommano alla disfunzione il disagio estetico personale nei rapporti con la societa’ del mondo attuale sempre piu’ bisognoso di armonia e …di un sorriso.

---I tuoi studi nel campo della fisiologia della masticazione e delle neuroscienze sono stati pubblicati in diverse riviste scientifiche internazionali. Con il suo team in Nord America hai scoperto e provato per la prima volta nella comunita’ scientifica che il dolore cronico non e’ solo un sintomo di degenerazione come nell’artrosi dei capi articolari.  Ho capito che la domanda piu’ cruciale a cui hai risposto e’ la seguente: “Puo’ esserne anche concausa di malattia attraverso la mediazione del sistema nervoso centrale e il rilascio di neuromediatori chimici”?

---Si, sembra importante controllare il dolore su tutti i fronti, e in futuro forse ordinariamente anche per via genetica. Ma bisogna bilanciare sempre una qualsiasi terapia in termini di possibile costo iatrogeno e beneficio clinico.  Ho visto pazienti affetti da AIDS che sommavano alle sofferenze deleterie della infezione virale anche sintomi algici craniofacciali che potevano collegarsi agli effetti di taluni farmaci antivirali usati.

--- Il tuo ulteriore nuovo incarico accademico rispecchia l’allargarsi delle frontiere di questa inconciliabile Europa: sei professore associato presso l’Universita’ di Malta insieme all’Universita’ King’s College di Londra per insegnare l’ortodonzia e il dolore facciale in un programma congiunto di specializzazione clinica dove gli studenti alternano periodi di studio in Inghilterra e a Malta. Nel 2015 sarai anche docente di un corso presso l’Universita’ di Santiago de Compostela in Spagna. Insomma, un combattente a tutto campo?

---Il mio lavoro mi porta a viaggiare in diversi paesi, investendo tempo ed energie ma imparando molto specie dagli studenti in termini di stimoli e di visioni nuove: durante le mie lezioni mi confronto sempre con le loro osservazioni e i loro punti di vista. Cerco anche di trasmettere che il senso di sacrificio e di responsabilita’ e l’umile dedizione sono la chiave per progredire in ogni ambito. Forse per questo ho scelto una specializzazione che mi fa curare giovani in eta’ scolare oltre che adulti, scoprendo spesso con meraviglia piu’ giudizio nei primi che nei secondi. Gli orizzonti estesi sia geografici che anagrafici sono importanti  nella scienza medica per il confronto e la crescita basati sui meriti e risultati, e oggi si sposano con la visione cosmopolita e multiculturale imperante, dove diversi popoli e culture possono trovare sinergie e sintesi reciproche utili al progresso umano, senza limiti di spazio e tempo.

---Un auspicio per il 2015 non solo per l’Europa ma per la nostra terra di Sicilia?

---  Vorrei tanto che la Sicilia con Agrigento e Siculiana cui tanto mi lega il ricordo dell’infanzia, si aprisse di piu’ al mondo scrollandosi tutte le sacche di ritardi, reticenze apatiche e camaleontici immobilismi maturando reale valutazione di meriti e responsabilita’. Un territorio con piu’ visione di azioni concrete e meno ascolto a frasi fatte di parole belle ma vuote. Sarebbe risolvere finalmente un problema che ha radici culturali, inteso come modo di pensare e di agire, è forse cosi’ radicato nel quotidiano di talune persone che non sara’ facile da superare. Spero che la recente creazione a Cardinale di un grande uomo come  l’Arcivescovo Montenegro sia di augurio, sprone ed esempio di vita  civile e di virtù per tutti  .

Articolo pubblicato da Diego Romano per Grandangolo

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