Scandalo discariche: ai domiciliari anche i titolari della nascitura discarica di inerti di Siculiana.

Mazzette sotto forma di viaggi e regali per «sistemare» le pratiche. Le avrebbe intascate Gianfranco Cannova 57 anni il funzionario regionale dell’assessorato al Territorio e ambiente della Regione siciliana arrestato all’alba di ieri dalla polizia con l’accusa di corruzione nell’operazione «Terra mia».
In carcere anche gli imprenditori Domenico Proto, Giuseppe Antonioli, novarese, e gli agrigentini Calogero e Niccolò Sodano. Le indagini hanno fatto emergere l’illecita attività del funzionario regionale «che forniva i propri servizi “a pagamento” anteponendo agli interessi pubblici - hanno spiegato gli inquirenti - mere logiche di guadagno e arricchimento personale». Secondo gli inquirenti Cannova sarebbe stato «a disposizione» degli imprenditori rilasciando o rinnovando i provvedimenti autorizzativi, o comunque «garantiva una corsia prefenziale al procedimento, nell’attività di consulenza tecnica degli aspetti amministrativi». Alcune delle tangenti sono state carpite in diretta dagli investigatori della Squadra mobile. Sono stati ricostruiti invariati benefit e regalie di cui beneficiava: dai soggiorni gratis in prestigiose strutture alberghiere per sé e la sua famiglia e il pagamento e l’uso di una autovettura a nolo, ma anche prestazioni sessuali a pagamento. Nel corso delle indagini, iniziate nel 2011, la Polizia ha constatato che «questo settore amministrativo è caratterizzato da una stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso apparato burocratico». Al centro dell’inchiesta Antonioli 53 anni, già amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea (Me), Domenico Proto, 48 anni, titolare discarica di Motta Sant’Anastasia (Ct), i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, 54 anni e 53 anni, titolari della discarica Soambiente ad Agrigento. In una intercettazione Cannova è stato “pizzicato” mentre impartiva al figlio adolescente «lezioni» su come guadagnare soldi grazie al sistema di corruzione. In un’intercettazione l’uomo, parlando di uno degli imprendtori che lo pagavano per «oliare» il sistema, spiega al figlio: «Quello che io guadagno in un anno, lui lo guadagna in un mese». E il figlio: «E perché non ti dà un po’ di soldi a tia? ». Il padre: «Se io lavoro mi dà… mi dà soldi pe… non regala nessuno niente, Paolo. Se tu li meriti perché sei bravo e lavori, te li danno…».

PARLA L’EX ASSESSORE MARINO.
 Uno degli ultimi a indagare è stato Nicolò Marino, magistrato prestato alla politica, che quando era assessore regionale aveva aperto un’inchiesta amministrativa per poi passare le carte alle Procure interessate. «Riguarda – dice Marino – anche la vicenda amministrativa che abbiamo curato noi come commissione e che accendeva i fari sulle discariche di Oikos e Mazzarà Sant’Andrea. In sostanza avevo costituito, all’interno del Gabinetto, d’accordo con il direttore generale, una commissione che doveva verificare i processi autorizzativi che avevano determinato il monopolio di quattro discariche nel territorio siciliano, tra cui la discarica di Motta Santa Anastasia. La commissione aveva anche il compito di valutare la congruità del prezzo di conferimento in discarica. Gli atti li abbiamo anche consegnati in Procura e c’erano anche i nomi di Proto, di Catanzaro e dei gestori della discarica di Mazzarà Sant’Andrea. Tra l’altro vi era stata la conferenza dei servizi dove sostanzialmente Proto continuava a sostenere di avere ragione, ma sia l’Arpa che la Provincia hanno espresso parere contrario. Questi arresti di oggi confermano che avevamo ragione». «Mi lasciano incredulo le dichiarazioni del presidente Crocetta a proposito dei meriti dell’assessorato al Territorio e alle ragioni delle divergenze tra me e lui: dovrebbe ben sapere che l’arresto di un funzionario della Regione è una goccia d’acqua nell’oceano delle autorizzazioni rilasciate. Del resto il dirigente dell’assessorato, tanto osannato dal presidente, ha continuato a dire che per Oikos era tutto a posto. Di quanto rassegnato all’Ars su questa vicenda Crocetta dovrebbe vergognarsi, anche alla luce di quanto da me a lui confidato a Tusa: spero che stavolta la memoria lo aiuti».

LE PAROLE DI CROCETTA.
«Magistratura e forze dell’ordine in Sicilia e a Palermo stanno facendo un grande lavoro che può permettere il risanamento pubblico dell’Isola. l’inchiesta non ha visto disattento il nostro governo che non era a conoscenza della sua esistenza, ma che già all’inizio dell’anno, tramite l’assessore Mariella Lo Bello, alla quale pongo i ringraziamenti più sinceri per l’azione di moralizzazione svolta, ha notato una serie di irregolarità nel comportamento di qualche funzionario, prontamente segnalato alla magistratura. E’ mia valutazione - prosegue il governatore - che, in attesa dell’acquisizione degli atti giudiziari che possano permettere di determinare le responsabilità sia dei proprietari delle discariche che del funzionario, la Regione debba immediatamente adottare provvedimenti in autotutela provvedendo alla sospensione del funzionario coinvolto»

Via | LaSicilia.it

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